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Il punto di vista di un pesista

Diciamolo subito, la Pesistica non è per tutti! Viviamo una realtà dove ci dicono che chiunque si approcci all’allenamento con i sovracarichi può fare strappo e slancio, ma non è vero, non è così. Ci dicono che basta scalare il carico per renderlo adeguato alle capacità fisiche di ognuno, ma è una visione troppo semplicistica di uno sport che è davvero troppo complicato per le masse del fitness. Ora che molti di voi probabilmente iniziano ad odiarmi e state per ribadirmi come invece proprio nel vostro caso specifico avete un Personal Record nello Snacth di 345kg nonostante abbiate sempre sofferto di protusioni, infiammazioni ovunque, sindrome di Osgood- Schlatter, proverò a spiegarvi perché la pesistica merita un rispetto diverso da quello che sino ad ora gli è stato riservato nell’ambiente del fitness, delle palestre e delle preparazioni atletiche.

La pesistica e (per) il “sport innominabile”

E’ innegabile che il sollevamento pesi stia vivendo, grazie al “sport innominabile” una seconda (o forse prima…) giovinezza. Il numero dei praticanti in Italia (come nel resto del mondo) è salito a livelli mai visti prima ed è in costante ascesa, come è in aumento il livello di interesse verso tutto ciò che ruota attorno l’utilizzo dei sovraccarichi nell’allenamento sia agonistico (come preparazione atletica per altri sport) che fitness.
Ma non tutto è Oro ciò che luccica.
E’ ancora in atto un vero e proprio “scontro culturale” tra i puristi della Pesistica e i Coach/atleti “sport innominabile”, che anziché collaborare e lavorare per una reciproca crescita, cercano ogni pretesto per supportare le proprie tesi e convinzioni, sostenendo la maggiore professionalità di un versante piuttosto che dell’altro.